Cinquantotto anni fà nasceva a Rovigo Stefano Bettarello, destinato a diventare uno dei rugbisti cui è profondamente legata la storia del rugby italiano degli Anni '70 ed '80.
Seguendo le orme del papà Romano, Azzurro n. 138, e dello zio Ottorino, Azzurro n. 172, Stefabo ha iniziato a giocare a Rugby, nel massimo campionato, nel 1976 vestendo la maglia n.10 del Rovigo. Ha concluso la propria carriera diciotto anni dopo nelle fila del Casale dopo aver conquistato 2 Scudetti con Rovigo (1979) e Treviso (1989). Ma la sua storia di atleta passa anche per Mogliano e Livorno.
Stefano è anche l'uomo del record azzurro, quello di punti segnati in un incontro (29) che divide con Diego Dominguez, realizzati in ogni modo possibile: meta, calcio piazzato, trasformazione e drop. Record conquistato nel 1983 contro il Canada a Toronto di cui il museo conserva la maglia scambiata a fine gara da Stefano ed il pallone del match.
Con l’Italrugby ha esordito nel 1979 a L’Aquila in un match di Coppa Europa, vinto 18-3 dagli Azzurri di Pierre Villepreux. Ha salutato la scena internazionale a Roma, il 3 dicembre 1988, affrontando l’Australia (6-55 per gli Aussie) dopo aver conquistato 55 caps.
Nell’aprile del 1987 Stefano ricevette la prima convocazione con i Barbarians, divenendo il primo italiano ed il primo giocatore non appartenente alla quattro Unions Britanniche, al Sudafrica, alla Australia, alla Nuova Zelanda e alla Francia, ad aver l’onore di indossare la maglia a righe bianco-nere. Il 19 aprile affrontò e superò il Cardiff 33-24, due giorni dopo era a Swansea per il match contro il XV locale.
Stefano ha consegnato al museo la maglia a righe bianco-nera ricevuta in quella occasione dalle mani di Steele Bodger, presidente del club ad inviti più famoso al mondo.