Mercoledì 17 aprile 2019. Non una semplice data, ma un giorno storico per i Bisonti Rugby, squadra nata a Frosinone nel 2011 e aderente al progetto federale “Rugby oltre le sbarre”, creato con l’obiettivo di contribuire, attraverso l’applicazione concreta dei valori educativi del rugby, alla risocializzazione del detenuto.
In questa data, l’atleta Mirko - detenuto della Casa Circondariale di Rebibbia a Roma - oltre al consueto allenamento mattutino del mercoledì, sul campetto polveroso del G9, ha sostenuto un allenamento esterno, insieme alla squadra, presso il campo da gioco dei Bisonti Rugby, a Tor Bella Monaca. Libero dalle 19 alle 23.
Questo momento, storico per il club e per tutto il movimento rugbistico italiano, è stato raggiunto grazie al corretto comportamento quotidiano del detenuto (recluso da 11 anni, con ancora 2 da scontare) e al costante lavoro dei Bisonti Rugby in sinergia con la Direzione della Casa Circondariale di Rebibbia.
Attraverso un adattamento dell’Articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario - in cui viene dichiarato che i detenuti e gli internati possono essere assegnati al lavoro all’esterno in condizioni idonee a garantire l’attuazione positiva degli scopi previsti dall’articolo 15 dello stesso ordinamento (lavoro dei detenuti) - la Direzione ha concesso a Mirko la possibilità di allenarsi esternamente una volta alla settimana , dalle 19 alle 23, sotto la responsabilità dei Bisonti Rugby.
"È un risultato importantissimo per il progetto Bisonti. Il nostro obiettivo principale è proprio quello dell'inclusione e del reinserimento attraverso lo sport. Un ringraziamento particolare va alla Direzione per la fiducia e naturalmente a Mirko per l'impegno e la passione" ha affermato Germana de Angelis, Presidentessa dei Bisonti.
Grazie al Progetto “Rugby oltre le sbarre”, il gioco del rugby è proposto e praticato da Società tutor o singoli allenatori, con il coordinamento di FIR, all’interno di circa 18 Istituti di Pena sul territorio nazionale con l’obiettivo di contribuire alla risocializzazione del detenuto, attraverso l’applicazione concreta dei valori educativi del rugby: il rispetto delle regole, dell’avversario, dell’arbitro, il sostegno del compagno.
I risultati delle esperienze dimostrano indubbi effetti benefici sul consolidamento dei rapporti umani all’interno del Carcere, attraverso una nuova percezione dell’altro, offrendo anche una nuova rete che può risultare preziosa in vista del loro reinserimento nella società civile.